Psicologo delle Cure Primarie
(progetto ISP per l'ENPAP)
Vantaggi economici (in cifre)
Un calcolo in grado di fornire dati attendibili sui vantaggi economici derivanti dall’introduzione dello PCP può essere effettuato solo avendo accesso a specifiche informazioni non facilmente reperibili sulla spesa sanitaria pubblica derivante dalle spese sostenute dalle singole ASL solo per l’acquisto di farmaci, analisi cliniche e visite specialistiche su ricetta del MMG.
L’analisi della categorizzazione generale delle varie voci della spesa sanitaria presente nella documentazione fornita dal Ministero della Sanità non ha reso possibile isolare in dettaglio le voci di spesa di nostro interesse ai fini di una stima precisa del risparmio atteso.
Tale operazione è stata possibile solo per la parte relativa alla spesa farmaceutica convenzionata. Nel 2012 la spesa sanitaria pubblica in Italia è stata di circa 110 miliardi di euro; di questi, circa 9 miliardi sono stati spesi per l’acquisto dei farmaci dispensati dalle farmacie aperte al pubblico su ricetta SSN.
Sappiamo inoltre che da un’analisi della letteratura sulle ricadute economiche degli interventi psicologici nell’ambito delle cure primarie è emersa una riduzione delle spese sanitarie compresa tra il 33 ed il 47%.
In Italia nel 2012 vi erano circa 50.000 MMG (e pediatri); se, idealmente, ogni MMG in Italia fosse stato affiancato da uno Psicologo delle Cure Primarie, considerando una retribuzione annua dello psicologo delle cure primarie pari a 24.000,00 euro (lordi) e considerando solo il 30% di risparmio solo sulla spesa farmaceutica convenzionata (e non su analisi diagnostiche e visite specialistiche), potremmo fare, in forma approssimativa, il seguente calcolo:
- Costo annuale di 50.000 PCP = € 1.200.000.000
- Risparmio del 30% su spesa farmaceutica convenz. = € 2.700.000.000
- Risparmio annuale stimato del SSN al netto dei costi dei PCP = € 1.500.000.000
Ciò significa che, mediamente, uno psicologo delle cure primarie costerebbe allo Stato 24 mila euro l’anno ma farebbe risparmiare a quest’ultimo ben 54 mila euro l’anno, con un guadagno da parte dello Stato di ben 30 mila euro per ogni Psicologo delle Cure Primarie.
E’ bene sottolineare che questi calcoli si basano su:
- un’ipotesi di risparmio pessimistica (del 30%);
- il risparmio relativo alla sola spesa sanitaria della farmaceutica convenzionata, ad esclusione delle analisi cliniche e delle visite specialistiche;
Tuttavia, se solo per pura speculazione volessimo considerare solo la metà della spesa sanitaria relativa alla voce “specialistica convenzionata e accreditata”, che nel 2012 ammontava a 4 miliardi e 700 milioni di euro, l’introduzione dello PCP determinerebbe un ulteriore risparmio per lo Stato pari a 700 milioni di euro l’anno (ossia altri 14 mila euro per psicologo). In tal caso uno psicologo delle cure primarie costerebbe allo Stato sempre € 24.000/anno e farebbe risparmiare allo Stato €68.000/anno con un “guadagno” netto dello Stato di ben €44.000 per psicologo.
Considerazioni
Anche nell’improbabile ipotesi (che andrebbe contro i dati empirici accumulati sino ad oggi) di un “pareggio” tra costi e risparmi in seguito all’introduzione dello psicologo nell’ambito delle cure primarie, tale innovazione, rispetto allo status quo, presenterebbe comunque due enormi vantaggi dei quali lo Stato deve tener conto:
- il miglioramento del benessere psicofisico della popolazione che, oltre a costituire, per definizione, un effetto positivo in sé, si tradurrebbe anche in un vantaggio socio-economico indiretto legato all’aumento relativo della potenzialità produttiva della società, della sua ricchezza e quindi anche degli introiti nelle casse dello Stato.
- Il netto aumento del livello di occupazione di una categoria che, a causa di un radicato e ingiustificato sotto-utilizzo dei servizi di psicologia, non è messa nelle condizioni di svolgere dignitosamente ed efficacemente la sua missione socio-sanitaria.
Non siamo a conoscenza di iniziative analoghe da comparare al progetto qui presentato.
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