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Psicologo di Base: Competenze e Formazione
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Le particolarità che caratterizzano il setting lavorativo in cui viene a trovarsi lo psicologo delle cure primarie richiede a quest’ultimo lo sviluppo di alcune importanti conoscenze e abilità aggiuntive necessarie ad adattarsi e ad integrarsi in modo ottimale in una logica d’intervento diversa da quella tipica dei più tradizionali ambiti professionali dello psicologo.
Tale setting è caratterizzato da una grande affluenza di pazienti “non selezionati”, ciascuno dei quali porta una problematica diversa che richiede una grande flessibilità da parte dello psicologo, un approccio meno specifico e più generalista e una base di conoscenza allargata alle condizioni di malattia e/o disagio non necessariamente di tipo psicopatologico.
E’ per questo motivo che, come prescrive il codice deontologico degli Psicologi, lo Psicologo deve essere ben formato per poter operare nell’ambito specifico in cui opera, in questo caso l’ambito delle Cure primarie.
Ad esempio alcune delle competenze necessarie riguardano:
- Comprensione delle condizioni e delle procedure mediche: dal momento in cui lo psicologo delle cure primarie opera con pazienti che afferiscono allo studio medico anche per patologie mediche (molte delle quali possono avere implicazioni di tipo psicologico di interesse dello psicologo), è importante che esso sviluppi familiarità con la terminologia medica e con le caratteristiche dei disturbi più comuni e dei loro trattamenti anche farmacologici (anche per conoscerne gli effetti sulla psiche). Tali informazioni devono essere prese sempre da fonti attendibili e referenziate.
- Conoscenza degli effetti dei farmaci: oggi sappiamo che la maggior parte dei farmaci psicotropi vengono prescritti dai medici di base e molti farmaci non psicotropi possono avere effetti significativi sulla cognizione, il comportamento e l’affettività del paziente. E’ importante dunque che lo psicologo delle cure primarie si documenti e si aggiorni con costanza non solo sugli effetti e i meccanismi neurobiologici d’azione degli psicofarmaci, ma anche sugli effetti cognitivi, comportamentali ed emozionali tipicamente causati da farmaci comunemente usati per una gran varietà di disturbi medici non psichiatrici. Ciò può risultare fortemente utile sia in fase diagnostica che in fase di trattamento. Lo psicologo, fermo restando che in Italia non può in alcun modo prescrivere psicofarmaci, possiede le competenze metodologico-sperimentali, statistiche e psicodiagnostiche necessarie a saper acquisire informazioni utili sulle caratteristiche, i meccanismi d’azione, gli effetti collaterali, le interazioni e la reale efficacia degli psicofarmaci e sullo stato della ricerca in tale ambito. La principale utilità di queste conoscenze risiede nel fatto di costituire un valido strumento in grado di aiutare lo psicologo a riconoscere con maggior accuratezza e rapidità la presenza di eventuali effetti dei farmaci sul comportamento, la cognizione e le emozioni del paziente, di operare nella consapevolezza di tali effetti e di discutere con il medico la possibilità di adottare trattamenti farmacologici alternativi, di aggiustare i dosaggi o di inviare il paziente da uno psichiatra.
- Ci sono poi tante altre abilità legate alla gestione delle relazioni con il medico e gli altri professionisti con cui si trova a collaborare, alla capacità di gestire i tempi dello studio del medico, focalizzarsi sul problema principale del paziente ecc.
La necessità di possedere e sviluppare le abilità su descritte, pone il problema della formazione degli Psicologi delle Cure Primarie: il training dello psicologo delle cure primarie dovrebbe, per molti degli aspetti su descritti, ricalcare quello del medico generico.
Piuttosto che svolgere un training focalizzato su un'area specifica, come la neuropsicologia, la psicoterapia, la psicologia della salute, ecc., lo Psicologo delle Cure Primarie dovrebbe acquisire una base di conoscenza allargata su un ampio spettro di problematiche, incluse quelle legate a diverse condizioni mediche (ad es. disturbi gastrointestinali, diabete, obesità, infiammazioni respiratorie, ecc.) (Haas, 2004).
Il training dovrebbe inoltre fornire conoscenze di base anche sui farmaci ad azione psicotropa.
Uno standard lavorativo efficiente comporta la capacità dello psicologo di saper gestire approssimativamente l'80% dei problemi incontrati e di inviare il rimanente 20% ad altri professionisti della salute mentale in possesso di strumenti d'intervento più specifici (Searight, 1999), similmente all'attività svolta dal medico di base, che, in caso di necessità, invia il paziente ad un medico specializzato in una determinata area.