Resistenze dei pazienti e stigmatizzazioni 


 

 

Solitamente, i pazienti che afferiscono allo studio del medico di base non percepiscono i loro disturbi o disagi emozionali come qualcosa di separato dalla salute generale e circa la metà di essi rifiuta di essere mandato da un professionista specializzato nella salute mentale (Olfson, 1991; Orleans et al., 1985; Wickramasekera, 1989).

E' interessante notare come i pazienti che rifiutano l'invio dallo Psicologo o dallo Psichiatra, tendono ad essere grandi utilizzatori dei servizi medici e a presentare sintomi fisici inspiegabili da una prospettiva prettamente biomedica.

Altri invece riconoscono di soffrire di una qualche forma di disagio mentale, ma preferiscono ricevere le cure mentali nello stesso studio del medico, in parte per il fatto che quest'ultimo non è percepito come il luogo di cura per le malattie mentali (deGruy, 1996), ciò che riflette la presenza di uno stigma assai diffuso anche in paesi come gli Stati Uniti, dove il 60% dei pazienti con problemi mentali seri non ricevono cure mentali regolari, nella maggior parte dei casi a causa della loro convinzione di poter risolvere il problema per conto proprio (Kessler et al., 2001).

A queste difficoltà bisogna poi aggiungere tutte quelle che, nel loro insieme, costituiscono delle barriere oggettive all'accesso ai servizi di salute mentale, anche per i pazienti che sarebbero più propensi ad usufruire di tali servizi: Fisher e Ransom (1997) hanno stimato che, dei pazienti inviati dal medico ad uno specialista della salute mentale, circa la metà non effettuavano la prima visita, spesso per ragioni apparentemente irrilevanti e inspiegabilmente sottovalutate, come le seguenti:

 

  • difficoltà legate al luogo (lontananza) in cui il servizio è disponibile
  • difficoltà legate agli orari in cui il servizio è disponibile
  • problemi economici

 

Quelli che poi riescono a superare tali barriere, si trovano a doversi accollare spese ulteriori dovute alla separazione tra il sistema delle cure mediche primarie e il sistema della salute mentale, che in Italia, per quanto riguarda la Psicologia, è svolto prevalentemente in ambito privato.

La presenza dello Psicologo nello stesso studio del medico di medicina generale aiuta a ridurre le stigmatizzazioni verso i problemi di natura psicologica e le resistenze dei pazienti.

La co-localizzazione di medico e paziente infatti facilita fortemente il primo contatto tra i pazienti inviati dal medico e lo psicologo operante nella stessa struttura: tale processo viene ulteriormente facilitato quando è il medico stesso a presentare il paziente allo psicologo, ciò che spesso comporta il dover fare pochi metri sino alla stanza dello psicologo.

Grazie alla co-localizzazione e alla cooperazione tra medico e psicologo, il paziente percepisce che tra medico e psicologo vi è una diretta relazione professionale; inoltre, la vicinanza dei due studi diminuisce le preoccupazioni del paziente di essere considerato "malato di mente" o che il “problema sia nella sua testa”.